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Anti-money laundering. The EU blacklists Barbados, Panama and The Bahamas

Master of Science in Taxation, University of Oxford
Laurea Magistrale in Economia e Legislazione per l'Impresa, Università Bocconi
Laurea in Economia Aziendale, Università Bocconi

Socio fondatore di Imperium Audit SpA, docente e ricercatore su temi di Tax, Accounting & Control presso l’Università Bocconi e la SDA Bocconi School of Management. Collabora con l’Osservatorio Fiscale e Contabile di SDA Bocconi e, contestualmente, con il Transfer Pricing Forum. Concentra le proprie attività di ricerca sulla tassazione delle imprese, con particolare riferimento al diritto europeo, alla fiscalità internazionale e la governance fiscale. Fa parte del gruppo esperti ALAC – Allerta Anticorruzione di Transparency International Italia sulle tematiche di diritto tributario e societario. Laureato con lode in Economia e Legislazione per l’Impresa presso l’Università Bocconi, con esperienze di studio presso Bruxelles, Londra e Dubai. Premiato dalla Fondazione Boroli per la miglior tesi di laurea magistrale. Perfeziona gli studi con un Master in Taxation presso l’Università di Oxford.
Ha maturato esperienza in ambito fiscale e contabile presso il Dipartimento di Economia e Finanze (DG ECFIN) della Commissione Europea. Ha collaborato con il Centre for Budget and Governance Accountability - India, presso Nuova Delhi, effettuando ricerche sulla trasparenza finanziaria nei paesi del Sud-Est asiatico.

The European Commission has updated its blacklist of jurisdictions that do not have sufficiently strong anti-money laundering rules, including now Barbados, Panama and the Bahamas.

The European Union aims at reaching a financial system that prevents money laundering and terrorist financing risks coming from third countries. Indeed, since 2016 the European Commission has adopted a blacklist of countries with strategic deficiencies in their anti-money laundering regulations. Since then, the list has been periodically revised. Moreover, the EU has adopted several Anti-Money Laundering Directives, last one in 2018 (Directive 2018/843/EU).

The blacklist is constantly updated, after continuous investigations of the European Commission. There is also a strong interaction with the Financial Action Task Force (FATF) in setting the strategy, despite the independence of the two parties. The criteria for listing have been recently updated, now including any flaws in the legislations concerning

  • criminalisation of money laundering and terrorist financing;
  • customer due diligence and record-keeping requirements;
  • reporting of suspicious transactions;
  • availability and exchange of information on beneficial ownership of legal persons and legal arrangements;
  • powers and procedures of competent authorities, and their practice in international cooperation;
  • existence of dissuasive, proportionate and effective sanctions.

The blacklist of high-risk countries

After recent investigations, as amended by the Commission Delegated Regulation (C(2020) 2801 final), the list of high-risk countries includes

  • Bahamas
  • Barbados
  • Botswana
  • Cambodia
  • Ghana
  • Jamaica
  • Mauritius
  • Mongolia
  • Myanmar/Burma
  • Nicaragua
  • Panama
  • Zimbabwe

Barbados, Panama and The Bahamas have been added to the list, whereas Bosnia-Herzegovina, Ethiopia, Guyana, Lao People’s Democratic Republic, Sri Lanka and Tunisia have been removed.

Being blacklisted does not imply any form of sanctions, restrictions on trade relations or exclusion from EU development aid programs. However, it requires banks and other financial entities to apply enhanced vigilance measures when dealing with these countries. In particular, enhanced customer due diligence requirements need to be applied. These include extra checks and monitoring, and sometimes the request for additional information on customers or beneficial owners. In some transactions, the approval of senior management will be required for establishing a business relationship.

Action plan for a comprehensive Union policy

On the 7th of May, the Commission has communicated a new action plan on anti-money laundering (C(2020) 2800 final). The aim of the plan is establishing a comprehensive Union policy on preventing money laundering and terrorism financing. In fact, especially after the COVID-19 pandemic, which increased the risks of illicit activities, the Commission urges for a prompt reaction.

The Action Plan is built on six pillars:

  • Effective implementation of existing rules on anti-money laundering and combating terrorism financing (AML/CTF);
  • Delivery of a single reinforced EU rulebook;
  • Implementation of EU-level supervision;
  • Establishment of a support and cooperation mechanism for financial intelligence units;
  • Enforcement of criminal law provisions at EU level through a better use information exchange;
  • Reinforcement of the EU position in the international dimension of the AML/CTF framework.

The Commission is willing to deliver on these pillars by 2021. In the meanwhile, it has launched a public consultation (available here) to gather feedback from different stakeholders. It will be possible to reply to the questionnaire until 29 July 2020.

Antiriciclaggio. UE allarga la black-list, includendo Barbados, Panama e Bahamas

La Commissione europea ha esteso la black-list delle giurisdizioni che non hanno implementato normative antiriciclaggio adeguate, aggiungendo Barbados, Panama e Bahamas.

L’Unione europea ha l’obiettivo di mantenere un sistema finanziario che prevenga i rischi legati al riciclaggio e al finanziamento di organizzazioni terroristiche. Infatti, a partire dal 2016 la Commissione europea ha adottato una black-list delle giurisdizioni che presentano carenze in termini di normativa antiriciclaggio. Da allora, la lista è stata periodicamente rivista. In aggiunta, l’UE ha adottato varie Direttive Antiriciclaggio, l’ultima delle quali nel 2018 (Direttiva 2018/843/UE).

La black-list è in continuo aggiornamento, sulla base delle costanti indagini della Commissione europea. Inoltre, una forte influenza è esercitata anche dalla Financial Action Task Force (FATF) nella determinazione delle strategie, nonostante l’indipendenza delle due parti. I criteri per l’inclusione nella lista sono stati recentemente aggiornati, includendo qualsiasi mancanza legislativa nei seguenti ambiti:

  • Criminalizzazione del riciclaggio e del finanziamento terroristico;
  • Due diligence dei clienti e requisiti di conservazione della documentazione;
  • Attivazione di report di transazioni sospette;
  • Partecipazione a scambi di informazioni su beneficiari effettivi di persone giuridiche e contratti;
  • Sussistenza di effettivi poteri e procedure in capo alle autorità competenti, e la partecipazione in iniziative di cooperazione internazionale;
  • Esistenza di sanzioni dissuasive, proporzionali ed efficaci.

La black-list dei paesi ad altro rischio

A seguito delle recenti investigazioni, come modificata dal Regolamento Delegato della Commissione (C(2020) 2801 final), la lista dei paesi ad alto rischio include:

  • Bahamas
  • Barbados
  • Botswana
  • Cambogia
  • Ghana
  • Giamaica
  • Mauritius
  • Mongolia
  • Myanmar/Birmania
  • Nicaragua
  • Panama
  • Zimbabwe

Barbados, Panama e le Bahamas sono le nazioni che sono state aggiunte alla lista, mentre sono state rimosse Bosnia Erzegovina, Etiopia, Guyana, Laos, Sri Lanka e Tunisia.

Essere inseriti nella black-list non implica alcuna sanzione, restrizione commerciale o esclusione dai programmi di sviluppo UE. Tuttavia, vengono richieste a banche e altri istituti finanziari di applicare misure di vigilanza intensificate quando operano con questi paesi. In particolare, occorre applicare delle due diligence rafforzate ai propri clienti. Queste possono includere maggiori controlli e monitoraggi, la richiesta di informazioni addizionali su consumatori o titolari effettivi. Per alcune transazioni con questi paesi è addirittura necessaria l’approvazione del senior management per poter intrattenere rapporti commerciali.

Piano d’azione per una politica comune UE

Il 7 maggio, la Commissione ha comunicato un nuovo piano d’azione in materia di antiriciclaggio (C(2020) 2800 final). Lo scopo è quello di stabilire una politica dell’Unione che operi in maniera comune sulla prevenzione del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo. In effetti, specialmente dopo la pandemia COVID-19, che ha incrementato il rischio di attività illecite (come visto precedentemente), la Commissione ritiene opportuna una reazione tempestiva.

Il Piano d’azione si basa su sei pilastri:

  • Effettiva implementazione delle regole esistenti in materia di antiriciclaggio e finanziamento al terrorismo;
  • Emanazione di un unico regolamento europeo rinforzato;
  • Implementazione di una supervisione esercitata a livello UE;
  • Attivazione di un meccanismo di support e cooperazione per le unità di investigazione finanziaria;
  • Applicazione effettiva delle clausole penali a livello UE tramite un migliore uso dello scambio di informazioni;
  • Rinforzo della posizione dell’UE nella definizione internazionale delle regole sull’antiriciclaggio e sul finanziamento al terrorismo.

La Commissione ha intenzione di formulare delle proposte entro il 2021. Nel frattempo, è stata istituita una consultazione pubblica (disponibile qui) per raccogliere dei commenti dalle parti interessate. Sarà possibile rispondere al questionario fino al 29 luglio 2020.

Amedeo Rizzo
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