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Il capitale relazionale: come farlo crescere e custodirlo

Revisore legale dei conti, Mediatrice, Coach e Counselor.
Esperta in Comunicazione e ascolto efficace.
Ideatrice dell’Industria dell’Esperienza: www.industriadellesperienza.it

In un’epoca in cui tutto sembra accelerare e le connessioni digitali si moltiplicano all’infinito, costruire una rete autentica di relazioni umane rappresenta un gesto rivoluzionario, ma necessario. Non parliamo di numeri, follower o contatti da esibire, ma di legami veri, basati sulla fiducia, sulla coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa, e sulla presenza reale nella vita dell’altro, anche in ambito professionale. Costruire una rete significativa diventa fondamentale soprattutto nei momenti di transizione: un cambiamento di città, un nuovo inizio lavorativo, il desiderio di esplorare nuove nicchie di mercato o di uscire da ambienti relazionali che non rispecchiano più chi siamo.

Tutto inizia con un gesto interiore: interrogarsi con coraggio su chi si desidera davvero avere accanto. Chi ci ispira? Con chi vorremmo lavorare, collaborare, condividere idee e visione? Queste domande, nel paradigma dell’econolismo® – metodo che unisce concretezza e intuito, razionalità e visione – non sono strategie di posizionamento, ma atti profondamente generativi, capaci di orientare le scelte in modo coerente con il proprio sentire.

La rete, che sia fatta di amicizie, alleanze o collaborazioni, è un patrimonio invisibile ma potente, da custodire come un giardino: evitando la fretta, rifiutando la logica dello scambio immediato e accettando che i frutti maturino nel tempo. La fiducia, in questo contesto, è la valuta più solida: non si richiede, si guadagna con la coerenza quotidiana, attraverso gesti concreti che parlano forte, come una telefonata sincera al posto dell’ennesimo messaggio vocale.

La gestione dei canali di comunicazione è un segnale chiaro di affidabilità: chi lavora con serietà sa che occorre essere reperibili senza generare confusione, presenti senza risultare invadenti. Per esempio, mantenere un solo canale comunicativo ben definito con i clienti non è solo una buona pratica organizzativa, ma un segno di rispetto. In questo stesso panorama si inseriscono anche i network professionali a pagamento, che possono rappresentare un buon punto di partenza: offrono visibilità, strumenti, contatti. Tuttavia, è fondamentale ricordare che da soli non bastano. Una rete non si compra, si costruisce. E anche all’interno di queste piattaforme, ciò che conta davvero è l’energia personale che si investe nell’incontro: ascolto, entusiasmo autentico, interesse sincero per l’altro.

Ogni rete funziona anche grazie a regole non scritte ma universalmente percepite: la reciprocità, il rispetto dei tempi, la trasparenza, la capacità di esserci anche quando non conviene. Rompere questi equilibri significa compromettere la fiducia e la stabilità del sistema relazionale. Per questo è essenziale sviluppare due competenze chiave: consapevolezza e comunicazione. La prima permette di comprendere da quale intenzione partono le azioni – se si comunica per bisogno o per generosità, per ricerca di consenso o per desiderio di connessione – mentre la seconda aiuta a rendersi leggibili, chiari, affidabili, senza filtri superflui. Costruire relazioni significative non è mai una strategia a breve termine, ma un percorso profondo: è una scelta di campo, una forma di cura verso sé stessi e verso il futuro. Essere selettivi non vuol dire escludere, ma riconoscere chi vibra sulla stessa frequenza. Solo chi ha il coraggio di mostrarsi per ciò che è può davvero attrarre legami duraturi, nutrienti, capaci di accompagnare i naturali salti di crescita, sia sul piano professionale che personale.

Per rendere solido e funzionale il proprio capitale relazionale, ogni professionista può partire da un’azione concreta e strategica: rivedere la gestione dei propri contatti. È utile definire un canale di comunicazione chiaro con i clienti, aggiornare il proprio database, fare ordine nella rubrica, eliminare i contatti inattivi e valorizzare quelli che meritano attenzione. Allo stesso tempo, è importante prendersi cura anche della rete personale: riconoscere quali relazioni sono significative, chi ispira fiducia e con chi valga la pena condividere i propri valori.

Coltivare relazioni autentiche, sia nella vita che nel lavoro, non è solo un gesto umano, ma una leva strategica. Richiede presenza, metodo e coerenza. Investire consapevolmente nella propria rete significa creare le basi per un futuro più ricco di opportunità, qualità e sostegno concreto.

Patrizia Bonaca
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