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Internazionalizzazione del “Made in Italy”: chiuso lo sportello SIMEST a poche ore dall’apertura

SIMEST

Così come riportato dal portale SIMEST, il 4 giugno alle ore 16.00, ad appena 28 ore dall’apertura dello sportello è stata sospesa l’attività di ricezione delle domande relativa ai fondi relativi all’internazionalizzazione (Fondo 394/81).

Fino a quel momento il Portale aveva registrato circa 6.200 domande ed in molti sperano in una riapertura dei termini, vista l’importanza strategica dei progetti tesi all’internazionalizzazione.

Lo scorso 25 maggio 2021 era stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.L. n.73/2021, conosciuto ai più come “Sostegni Bis”, recante numerose disposizioni per fronteggiare la crisi economico-sanitaria in atto. A beneficiarne, per circa 1,2 miliardi di euro, era anche il fondo 394-81, gestito da SIMEST in convenzione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, grazie al quale vengono foraggiate ed agevolate numerose imprese italiane impegnate in percorsi di internazionalizzazione. A queste risorse si aggiungevano ulteriori 400 milioni di euro che rifinanziavano il così detto “Fondo di Promozione Integrata”, ex D.L. 18/2020, con il quale SIMEST riconosceva, ai beneficiari dei finanziamenti, delle quote a fondo perduto. Pertanto, dal 3 giugno, data di apertura dello sportello e, per tutto il 2021, erano disponibili circa 1,6 miliardi di euro a favore “dell’internazionalizzazione del Made in Italy”.

Finalità e soggetti beneficiari

I finanziamenti per l’internazionalizzazione erogati da SIMEST coprono le spese per:

  • “la Patrimonializzazione”;
  • “la partecipazione a “Fiere Internazionali, Mostre e Missioni di Sistema”;
  • “l’Inserimento in Mercati Esteri”;
  • “il Temporary Export Manager”;
  • “l’E-commerce”;
  • “gli Studi di fattibilità”;
  • “per i Programmi di Assistenza tecnica”.

Difatti, queste sette linee di finanziamento agevolato, assistono le imprese beneficiarie finanziando, anche con quote a fondo perduto, tutte le principali fasi del processo di internazionalizzazione, dagli stadi iniziali degli studi di fattibilità, fino a quelli più maturi come la costruzione di sedi produttive e/o commerciali in paesi esteri. Tuttavia, ogni strumento agevolativo richiede dei requisiti ben precisi per il suo godimento, che si differenziano maggiormente per dimensione aziendale, quote esportative e forma giuridica. Pertanto, i soggetti beneficiari si distinguono in base agli investimenti e quindi allo strumento agevolativo per cui si richiede l’accesso ai cofinanziamenti.

Le novità introdotte dal “Decreto Sostegni Bis”

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del D.L. n. 73/2021 apportava, rispetto ai benefici degli anni trascorsi, un drastico ridimensionamento a tutti gli strumenti agevolativi di SIMEST, con tagli importanti soprattutto nelle percentuali a fondo perduto, riconosciute a valere sul “Fondo di Promozione integrata”. Nello specifico, il secondo comma dell’articolo 11 del detto Decreto escludeva completamente dai cofinanziamenti a fondo perduto, tutte le “operazioni di patrimonializzazione”; certamente, uno degli incentivi più importanti erogato da SIMEST negli ultimi anni. Tuttavia, nonostante queste regolazioni a ribasso, restava comunque un ottimo finanziamento a tasso “quasi” inesistente, della durata di 6 anni di cui 2 di preammortamento e, fino al 30 giugno 2021, senza garanzie. Invece, il terzo comma del citato articolo interveniva su tutti gli altri strumenti agevolativi di SIMEST, riducendo la quota di cofinanziamento a fondo perduto da un potenziale 50% delle spese ammissibili, ad un effettivo 25% delle stesse. Nonostante queste modifiche, peggiorative se rapportate con le condizioni agevolative previste dai cofinanziamenti a favore dell’internazionalizzazione dei precedenti anni, le imprese hanno fatto a gara a presentare la domanda provocando la chiusura quasi immediata dello sportello.

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