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L’8 dicembre 2024 riaprirà la cattedrale di Notre-Dame

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NOTRE DAME

Era la sera del 15 aprile 2019 quando un incendio – seguito in diretta da tutto il mondo e domato del tutto solo il giorno seguente – distrusse uno dei monumenti più iconici di Parigi e della Francia intera: la cattedrale gotica di Notre-Dame.

L’incendio, partito dalle impalcature installate per l’esecuzione dei lavori di restauro e manutenzione, causò danni considerevoli alla struttura e, in particolare, la distruzione del tetto in legno di quercia e della guglia progettata nella seconda metà dell’Ottocento dall’architetto Eugène Viollet-le-Duc.

Fin dai primi incontri le autorità stabilirono che la cattedrale – capolavoro dell’arte gotica del XII secolo – andava ricostruita esattamente com’era prima dell’incendio compresa la celebre guglia.

Sull’onda emotiva generatasi in tutto il mondo subito dopo l’incendio fu avviata una grande campagna di raccolta fondi per finanziare il progetto di restauro e fu in quella occasione che il presidente Macron promise ai francesi di ricostruire la cattedrale entro il 2024, in tempo per le Olimpiadi di Parigi.

La ricostruzione di Notre- Dame, costata all’incirca 850 milioni di euro, è stata un’impresa enorme sia sotto il profilo economico che per la conservazione del patrimonio culturale mondiale.

Il restauro di Notre-Dame si può considerare una pietra miliare in quanto ha presentato numerose sfide che hanno necessitato – per la prima volta – dell’utilizzo di svariate tecnologie per favorirne il ripristino.

Nella primavera 2021 fu scelto il progetto presentato dallo studio belga Bureau Bas Smets che prevede il rifacimento esterno della cattedrale e la riqualificazione, a spese della città di Parigi, dell’area circostante al monumento in modo tale da trasformare, tra il 2024 e il 2027, gli spazi che la circondano in un grande parco.

Molte sono state le tecnologie d’avanguardia adoperate fino ad oggi nel corso del restauro. Tra cui, per esempio, la scansione laser 3D per creare una mappa digitale precisa della cattedrale; la modellazione 3D per creare una rappresentazione digitale della cattedrale e visualizzare come apparirà al termine dei lavori di restauro; la realtà aumentata per consentire agli esperti di visualizzare la cattedrale in modo più dettagliato valutando quali possano essere le migliori opzioni per un restauro il più efficiente possibile.

E ancora, i droni, per esaminare le parti della cattedrale più difficili o pericolose da raggiungere; i robot per eseguire il taglio della pietra e del legno.

Avvalendosi di tali strumenti il team di restauratori ha potuto affrontare le numerose sfide che Notre- Dame poneva loro, tra cui la gestione del tempo e del budget, visto che il restauro ha richiesto molte risorse sia finanziarie che umane.

La gestione di queste donazioni, infatti, richiede una buona pianificazione finanziaria e una trasparenza nella gestione dei fondi per garantire che siano utilizzati in modo efficace e responsabile.

Non va dimenticato inoltre che la cattedrale contiene numerose opere d’arte ed è stato necessario trovare il modo per conservarle, preservandole da ulteriori traumi, con l’installazione di una copertura per proteggerle dalle intemperie. Apprezzabile è anche la collaborazione internazionale, ritenuta fondamentale per garantire che il restauro sia gestito in modo efficace, efficiente e rispettoso della cultura e della storia della cattedrale.

Ed è di pochi giorni fa l’annuncio del presidente Emmanuel Macron che ha affermato che per l’8 dicembre 2024, giorno dell’Immacolata Concezione, la cattedrale di Notre-Dame riaprirà ai visitatori e alle Messe ma che, sfortunatamente, non sarà pronta per le Olimpiadi.

Il ministro della Cultura Rima Abdul Malak, a tal proposito, ha affermato infatti che la riapertura al pubblico “non significa che tutti i lavori di ristrutturazione saranno terminati”.

Anche il generale Jean-Louis Georgelin, responsabile del restauro della cattedrale, ha dichiarato che l’obiettivo è complicato, ma che il calendario non è in discussione: “Il mio compito è essere pronto ad aprire questa cattedrale nel 2024 e lo faremo – stiamo combattendo ogni giorno per questo e siamo sulla buona strada”.

Ma in fondo ciò che conta è che  il fulcro della cattedrale, la guglia che domina la città,  tornerà già quest’anno a brillare nel cielo di Parigi.

Roberta Fameli
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