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Il nuovo “Decreto Ristori bis” può ritenersi equo e sufficiente?

Dottore commercialista - Giornalista pubblicista - Consulente fiscale e aziendale - Conciliatore specializzato - Curatore fallimentare - Revisore legale - Consulente di Tribunale.
Presidente onorario dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e dell'Unione Giovani Dottori Commercialisti di Salerno.
E-mail: lucadefra20@gmail.com

Decreto Ristori Bis

Con comunicato stampa n. 249 del 6 novembre 2020 il Ministero delle Finanze ha dato notizia che a soli 9 giorni dall’emanazione del “Decreto Ristori”, l’Agenzia delle Entrate ha già emesso i primi mandati di pagamento per accreditare il contributo a fondo perduto agli operatori economici interessati dalle misure di contenimento della seconda ondata Covid. Ha riferito anche che sono stati disposti i bonifici in favore di più di 211 mila imprese, per un totale di oltre 964 milioni di euro.

Non si può non plaudire per la tempestività di tali interventi, in un periodo di difficoltà e di preoccupazioni, per tutte le attività colpite dalla chiusura, totale o parziale, interessate dalle misure di contenimento della nuova diffusione del virus.

L’Italia è stata divisa in fasce e le Regioni segnalate con i colori giallo, arancione e rosso in base alla gravità di possibile penetrazione del virus in quelle aree.

La nuova circolare indirizzata ai Prefetti prevede la possibilità di disporre la chiusura di strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, già precedentemente prevista dopo le ore 21.00, viene espressamente estesa all’intero arco della giornata o comunque a specifiche fasce orarie non predeterminate, sempre fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private.

Le nuove misure, introdotte dal “Decreto Ristori bis”, prevedono interventi di ulteriori aiuti a favore di imprese e famiglie. Ma possono ritenersi eque e sufficienti?

Da quanto si dirà appresso sembra proprio di sì.

Il “Decreto Ristori Bis”, si legge sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri interviene  con un ulteriore stanziamento di risorse, destinato al ristoro delle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle restrizioni disposte a tutela della salute, al sostegno dei lavoratori in esse impiegati, nonché con ulteriori misure connesse all’emergenza in corso.

Quello che rileviamo con interesse è il capitolo intitolato “Istituzione di un fondo per nuovi contributi”. È stato previsto, infatti, un nuovo fondo per compensare le attività delle Regioni che potrebbero venire interessate da future misure restrittive, per erogare futuri contributi in modo automatico.

La nuova circolare indirizzata ai Prefetti prevede la possibilità di disporre la chiusura di strade o piazze nei centri urbani anche per l’intero arco della giornata, allo scopo di limitare quelle occasioni di concentrazione e aggregazione di persone, come indicato innanzi e meglio precisato nella circolare del 7 dicembre 2020.

Per le attività commerciali e di servizi esercitate in strade o piazze “chiuse”, quali interventi di aiuto sono previsti nell’ultimo “Decreto Ristori bis”?

Possono queste attività (chiuse) rientrare nelle misure agevolative?

Da quanto è dato leggere a tutt’oggi, e se prevale un principio di ragionevolezza ed equità, pare proprio di sì.

Occorrono chiarimenti per capire se e come le Regioni possono accedere a tali ulteriori fondi, nel caso venissero interessate da nuove misure restrittive, anche se solo parziali

Luca De Franciscis
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