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La riabilitazione dell’immagine di Oppenheimer. Lo scienziato della bomba atomica

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Il 22 aprile del 1904, nella città di New York nasceva uno dei più grandi scienziati del ventesimo secolo, Julius Robert Oppenheimer noto come “padre dell’atomica” per la sua partecipazione al Progetto Manhattan e il suo coinvolgimento nello sviluppo della bomba atomica hanno lasciato un’impronta indelebile nel corso del XX secolo. Nonostante le controversie che ha circondato la sua vita, J. Robert Oppenheimer rimane una figura di grande rilevanza nella storia della scienza.

A 120 anni dalla sua nascita, la sua eredità continua a stimolare il dibattito e la riflessione su come la scienza possa essere utilizzata per il bene dell’umanità e per evitare catastrofi simili a quelle atomiche. In occasione del centoventesimo anniversario della sua nascita,  e considerando i recenti successi del libro e del film che lo vedono protagonista, è fondamentale fermarsi a riflettere sul suo ruolo nella storia scientifica e politica.

Oppenheimer,  infatti,  ebbe un impatto significativo nel campo della fisica e della scienza nucleare, nello sviluppo delle teorie sulla meccanica quantistica collaborando con altri eminenti scienziati dell’epoca,  ma anche nel contesto politico e sociale del suo tempo.

Nato in una famiglia ebrea benestante dimostrò fin da giovanissimo di possedere  un’intelligenza eccezionale, si laureò a pieni voti in fisica presso l’Università di Harvard, nel 1925, per poi conseguire il dottorato di ricerca all’Università di Gottinga in Germania.

Durante il suo periodo di studio in Europa, entrò in contatto con importanti scienziati approfondendo le sue conoscenze di meccanica quantistica, un campo che avrebbe avuto un impatto significativo sulla sua carriera futura.

A partire dal 16 luglio 1945 Oppenheimer fu parte integrante del team di scienziati denominato Trinity che  – a Los Alamos-  aveva ricevuto dal governo americano l’incarico di dirigere un laboratorio di ricerca per sviluppare la prima  bomba atomica. Il successo di questo test, infatti, segnò l’inizio di un’era nuova e inquietante, quella dell’energia nucleare e delle armi di distruzione di massa.

Restano celebri le sue parole dopo il test: “Sono diventato la morte, il distruttore dei mondi”.

Dopo la guerra, Oppenheimer continuò a svolgere un ruolo importante nel campo della scienza e della politica esprimendo preoccupazione per le possibili conseguenze catastrofiche dell’uso di tali armi. Il conflitto interiore, infatti, tra la sua responsabilità scientifica e i dilemmi etici ha profondamente segnato la sua vita.

Dopo la guerra il Washington Times Herald pubblicò la notizia che Oppenheimer, come molti giovani intellettuali degli anni Trenta,  aveva simpatizzato per le idee progressiste di orientamento comunista ma non era mai stato iscritto al Partito al contrario di sua moglie, suo fratello e altri suoi conoscenti.

La notizia, ovviamente, fece scalpore nell’America del Maccartismo e Oppenheimer fu coinvolto in indagini di sicurezza che sollevarono diversi sospetti sulle sue simpatie politiche e sulla sua lealtà verso gli Stati Uniti.

In seguito a tali sospetti, nel 1954, fu accusato di aver fornito informazioni riservate all’Unione Sovietica e di essere un rischio per la sicurezza nazionale. Questo episodio danneggiò notevolmente la carriera scientifica di Oppenheimer che perse l’autorizzazione per accedere ai sistemi  di sicurezza nucleare  e ha subìto un ostracismo significativo nel mondo scientifico e la sua carriera scientifica fu notevolmente danneggiata.

Di recente, in concomitanza con l’uscita del film vincitore del premio Oscar, l’amministrazione Biden per riabilitare l’immagine dello scienziato, che era stato vittima di quella che è stata spesso descritta come una caccia alle streghe portata di nutrire simpatie comuniste e sovietiche, ha annullato la decisione con cui il governo statunitense aveva revocato l’accesso alle informazioni riservate sulla sicurezza.

Nonostante le difficoltà personali Oppenheimer continuò a sostenere l’importanza della scienza e dell’istruzione scientifica fondando il National Science Foundation che ha svolto un ruolo essenziale nel finanziare la ricerca scientifica e promuovere l’istruzione scientifica nel paese.

Il suo contributo alla fisica e alla scienza nucleare rimane imprescindibile e la sua storia serve da monito per riflettere sulle conseguenze delle innovazioni scientifiche e sul modo in cui la scienza può essere utilizzata in modo responsabile per il progresso umano.

Roberta Fameli
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