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L’anniversario del bombardamento di Guernica. La violenza fu immortalata in un dipinto di Picasso

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Il 26 aprile 1937 l’aviazione tedesca della Legione Condor, tre Savoia Marchetti e undici Fiat CR-32 dell’Aviazione Legionaria del duce, su richiesta delle forze nazionaliste del generale Francisco Franco, lanciò un attacco aereo su Guernica, città basca strategicamente importante, controllata dalle forze repubblicane.

Nel corso di tre ore, gli aerei tedeschi e italiani sganciarono una pioggia di bombe su Guernica. Il centro della città fu raso al suolo, le strade furono distrutte e gli edifici ridotti in macerie. Oltre 1.600 persone furono uccise o ferite, molte delle quali erano civili innocenti. L’attacco fu caratterizzato da una spietata brutalità, con l’uso di bombe incendiarie e mitragliatrici sulle persone che cercavano di fuggire. L’effetto fu quello voluto da Franco: sensazione, sconcerto, raccapriccio e demoralizzazione tra i repubblicani.

Infatti la conquista di Bilbao settimane dopo avvenne facilmente.

Hitler fu soddisfatto dalla relazione di Wolfram von Richthofen (comandante della Legione Condor), nipote del famoso “Barone rosso”: tutto era andato come previsto e l’arma aerea poteva essere ancora impiegata in maniera distruttiva.

Dal canto suo Mussolini si accontentò di riscattare magri successi in Spagna e soprattutto vendicare Guadalajara nel mese di marzo dello stesso anno.

L’attacco, condotto dalle forze nazionaliste del generale Francisco Franco con il supporto dell’aviazione tedesca e italiana, colpì indiscriminatamente la popolazione civile, causando morte e distruzione su vasta scala.

Fu uno dei primi esempi di un attacco indiscriminato su una popolazione civile e divenne un simbolo della brutalità della guerra moderna. Questo tragico evento ebbe un impatto significativo sull’opinione pubblica e sulla coscienza internazionale tanto è vero che fu ampiamente descritto dal Times e da altri quotidiani.

L’eco delle bombe e della morte di molti civili giunse anche a Picasso, che in quei giorni si trovava a Parigi dove lavorava alla preparazione di un murale nel Padiglione spagnolo. Decise subito di immortalare insieme a Dora Maar, sua compagna di allora, l’orrore dell’attacco nella sua celebre opera omonima Guernica, che rappresenta il dolore e la sofferenza delle vittime.

Si racconta che svariati anni dopo, durante l’occupazione nazista di Parigi, “un ufficiale tedesco di fronte alla tela immensa (Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia), gli chiede: «L’ha fatta lei?». Picasso gli rispose: «No, l’avete fatto voi»”.

L’opera d’arte che misura quasi otto metri di lunghezza per tre e mezzo di altezza per un totale quaranta metri quadrati. Ogni forma di colore era stata rigorosamente bandita per privilegiare il bianco e nero. Picasso rappresenta un toro furente e possente che incarna la forza cieca e brutale che porta distruzione ovunque: “un cavallo con la mandibola slogata e il ventre squarciato; una colomba e una donna con le braccia ritte al cielo e la testa rovesciata urla il proprio orrore; un’altra, accovacciata, sorregge il corpicino senza vita del suo bambino. Un uomo calvo a terra, morto, e accanto a lui una spada spezzata ad alludere alla resistenza del popolo resa vana dalla potenza devastante delle bombe. Tra le mani ha un piccolo fiore che rappresenta la speranza nonostante tutto”.

Nella parte terminale a destra si vedono lingue di fuoco che feriscono un uomo che tenta di fuggire. Il lampadario centrale e la lampada a petrolio indicano un ambiente interno.

Guernica divenne un grido di protesta contro la violenza e un appello per la pace contribuendo a mantenere viva la memoria del bombardamento e a diffondere un messaggio di pace e di giustizia. Guernica è anche un richiamo costante affinché gli orrori della guerra non vengano dimenticati e affinché si lavori per prevenire futuri atti di violenza.

Il quadro riuscì a raccogliere fondi a favore della resistenza spagnola, girò a lungo, per poi essere depositato al Museum of Modern Art di New York. È giunto in Spagna solo nel 1982, dopo che la dittatura di Franco ha visto la parola fine, e questo per volontà di Picasso, che aveva vietato la presenza del suo dipinto nel Paese natale, fintantoché la destra fosse stata al potere.

Il bombardamento di Guernica non ebbe un impatto immediato sulla conclusione della guerra civile spagnola, ma suscitò indignazione a livello internazionale e portò a una maggiore consapevolezza sulle atrocità della guerra. L’evento contribuì a rafforzare la determinazione dei repubblicani spagnoli e alimentò il movimento internazionale per i diritti umani.

Oggi, il bombardamento di Guernica è generalmente considerato uno degli eventi più tragici e significativi del XX secolo simbolo di resistenza e di lotta contro l’oppressione continuando ad essere un monito contro la violenza e ci spinge a impegnarci per un mondo in cui i conflitti possano essere risolti pacificamente, senza causare sofferenza e distruzione alle popolazioni civili.

A distanza di decenni, l’anniversario di Guernica ci offre l’opportunità di riflettere sulle lezioni apprese e sul cammino ancora da percorrere verso un mondo più umano e pacifico. è un momento per ricordare le vittime di questa tragedia e per riflettere sulle conseguenze a lungo termine della guerra civile spagnola. Ci invita a considerare il ruolo della memoria storica nel plasmare il nostro presente e nel promuovere una cultura di pace e tolleranza.

Roberta Fameli
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