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L’inestimabile tesoro rinvenuto sul galeone San Josè è del governo colombiano

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Risale a questi giorni la notizia che Gustavo Petro, presidente colombiano, ha annunciato che quest’anno inizierà l’esplorazione di uno dei relitti più leggendari e ricchi della storia marittima: il Galeone San José utilizzato per il trasporto di ricchezze preziose tra le colonie spagnole delle Americhe e la Spagna di Filippo V.

La missione di recupero è stata presentata durante il convegno “Sfide e prospettive nell’investigazione del galeone San José” tenutasi presso il Museo Navale dei Caraibi di Cartagena per confrontarsi sulla gestione dei beni archeologici in acque profonde.

Per oltre due secoli, la posizione esatta del relitto rimase un mistero: la ricerca della nave ebbe inizio già nel 1981 quando una società di recupero statunitense s’interessò alla storia del San Josè, definito dagli esperti il Santo Graal dei naufragi.

La sua scoperta offre un’opportunità unica per esplorare il passato, scoprire tesori nascosti e comprendere meglio la storia di quel periodo.

La conservazione del Galeone San José, infatti, è fondamentale per garantire la sua sopravvivenza e per preservare la sua importanza storica: in tal senso l’archeologia subacquea e la tecnologia moderna si sono rivelate determinanti per documentare e studiare il sito, aprendo nuove prospettive sulla storia e l’eredità del galeone spagnolo.

La sua scoperta, avvenuta nel 2015, oltre a suscitare grande interesse nel mondo dell’archeologia subacquea e dei cercatori di tesori ha dato il via a una disputa legale, terminata quando una corte statunitense ha dichiarato che i resti del galeone sono di proprietà del governo colombiano.

La questione della proprietà delle ricchezze recuperate infatti ha sollevato molti problemi di ordine legale politico e morale perché anche il gruppo indigeno boliviano dei Qhara Qhara ritiene di poter vantare dei diritti sul carico nel relitto, visto che “furono i loro antenati a estrarlo da quella che, nel 1500, era la più grande miniera d’argento del mondo”.

A questo punto, però, andiamo ad esplorare l’affascinante storia del Galeone San José e il suo significato storico e culturale visto che esso è tutt’ora considerato uno dei vascelli pezzo più importanti della storia marittima e dell’eredità coloniale delle Americhe.

Costruito nel 1698 a La Havana, Cuba, come parte della flotta spagnola impegnata nel trasporto di preziosi carichi tra le colonie spagnole delle Americhe e la madrepatria.

Nell’aprile del 1708, durante la Guerra di Successione Spagnola, la flotta attraccò nella piccola isola di Pequeña Barú (arcipelago delle Isole Rosario, ndr).

Il governatore di Cartagena decise di informare gli spagnoli della presenza britannica ma, nonostante l’avvertimento, il comandante della San José, José Fernández de Santillán, decise di avventurarsi in mare, sia per timore della vicina stagione degli uragani, sia perché l’ammiraglio francese Jean-Baptiste du Casse – che li attendeva all’Havana per scortarli – minacciava di andarsene senza di loro.

Il 10 giugno le navi da guerra britanniche diedero battaglia al San José per ben dieci ore consecutive portando alla morte di quasi seicento persone, tra marinai, soldati, personale dell’equipaggio e passeggeri.

Sopravvissero solo undici persone. Durante lo scontro, la nave fu colpita da una serie di esplosioni e affondò, si immerse negli abissi insieme al suo tesoro, portando con sé beni di inestimabile valore.

Il Galeone San José incarna l’avventura, il mistero e il fascino della navigazione storica.

Se la sua scoperta offre un’opportunità unica per esplorare il passato, scoprire tesori nascosti e comprendere meglio la storia marittima, la disputa sulla sua proprietà è fondamentale per trovare un equilibrio tra la ricerca della verità storica e la conservazione di questo importante patrimonio culturale per le future generazioni.

La sua scoperta e il suo recupero offrono l’opportunità di esplorare e comprendere meglio il passato, mentre le discussioni sulla sua proprietà sollevano questioni legali e morali complesse.

Questo relitto rimane un simbolo dell’epoca d’oro della navigazione spagnola e della ricchezza delle Americhe coloniali.

Roberta Fameli
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