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Una donna sulla luna con il programma Artemis

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Artemis

Dopo oltre cinquant’anni la NASA ha deciso di riportare l’uomo sulla Luna e condurci la donna per la prima volta: il programma spaziale riprende da dove si era fermato il programma Apollo, nel 1972.

Da quell’indimenticabile Moon Day durante il quale il mondo intero ha assistito alla passeggiata di Neil Armstrong, capitano della missione Apollo 11. Fu lui a pronunciare la famosa frase: “Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”.

Da quel momento in poi generazioni di scienziati hanno studiato il modo migliore di ritornarci.

Uno di loro l’americano Paul D. Spudis, esperto di planetologia, osservò che al polo sud della Luna “alcune zone- definite “l’appezzamento più prezioso dell’intero Sistema solare”- sono costantemente illuminate”.

Nasce da queste premesse il programma Artemis che, partendo dai punti indicati da Spudis, compirà le sue esplorazioni.

La missione durerà 42 giorni e adopererà la navicella spaziale Orion ed il razzo Space Launch System che orbiterà per alcuni giorni attorno alla Luna per poi rientrare a Terra il 10 ottobre con una manovra di ammaraggio.

Orion si spingerà 48mila km più lontano dell’Apollo 13 e più lontano di qualsiasi altro veicolo spaziale fino ad oggi.

A bordo oltre a strumenti e minisatelliti (Cube-Sat), utili per procacciarsi acqua e idrogeno, ci saranno tre manichini che serviranno per misurare le radiazioni a cui saranno esposti i membri dell’equipaggio: al posto del comandante ci sarà un manichino vestito con una tuta da Moonikin Campos e poi i pupazzi di Snoopy e della pecora Shaun.

I siti identificati dalla NASA per l’allunaggio sono tredici “tutti hanno accesso continuo alla luce solare per un periodo di 6,5 giorni il che è luce fondamentale per un soggiorno a lungo termine sulla Luna”.

Infatti sono noti come Peak of eternal light, ovvero cime di luce perenne che continuano ad essere illuminati anche durante la notte lunare (che dura 14 giorni, ndr) grazie alla piccola inclinazione dell’asse di rotazione della Luna.

Tale scoperta ha indotto gli scienziati a credere, già intorno alla metà degli anni novanta, che in questi punti è possibile creare dei piccoli insediamenti per esplorare il territorio circostante.

La seconda tappa del programma prevede la costruzione di una stazione spaziale nell’orbita della Luna (Artemis 2):in quell’occasione l’equipaggio scenderà sulla Luna per una settimana, e per la prima volta, tra gli astronauti, ci saranno anche una donna e un uomo di colore.

Artemis 3 infine dovrà iniziare la costruzione del Lunar Gateway, ovvero di un porto in orbita attorno alla Luna, al quale attraccheranno le navicelle spaziali in viaggio verso Marte. Da lì gli astronauti potranno raggiungere l’Artemis Base Camp – la base permanente che sarà situata al Polo Sud- adoperando del delle jeep lunari.  L’obiettivo è riuscire a conquistare Marte entro la metà degli anni ’30 facendo base sulla Luna.

Si tratta di un lancio che ha un enorme valore simbolico per gli Stati Uniti ma rappresenta un’occasione unica anche per l’Europa, che nel programma Artemis riveste un ruolo molto importante: l’ESA, agenzia spaziale europea, partecipa infatti a tutte le tappe del programma dalla realizzazione del Modulo di Servizio europeo (Esm) della capsula Orion alla futura stazione spaziale nell’orbita lunare Gateway.

L’Italia è rappresentata nella missione dal piccolo satellite Argomoon, realizzato dall’azienda Argotec di Torino che sarà l’unico satellite europeo attivo nell’orbita lunare.

Ma il contributo dell’Italia alla prima missione che riporterà l’uomo sulla luna non finisce con l’ArgoMoon perché anche la Leonardo, azienda leader nell’aereospazio, ha costruito i pannelli fotovoltaici (che compongono le 4 ali), le unità elettroniche (che distribuiscono energia al veicolo spaziale), mentre la joint-venture con Thales Alenia Space ha fornito la struttura di base del modello di servizio della navicella Orion.

Dopo due settimane di orbita attorno alla Luna il ritorno sulla Terra.

Il Modulo di servizio europeo avvierà la “partenza in orbita retrograda distante dando il via a una sequenza di fionda di meccanica orbitale per utilizzare nuovamente l’attrazione gravitazionale della Luna e riportare Orion in un viaggio di ritorno sul nostro pianeta”.

Per raggiungere questi scopi la NASA prevede di spendere fino a 93 miliardi di dollari.

Il 29 agosto 2022 alle 14:33 (ora italiana) presso il Kennedy Space Center in Florida ci doveva essere la prima finestra di lancio che a causa di problemi tecnici ai motori non ha potuto averlo luogo.

John Honeycutt, responsabile del programma spaziale della Nasa, ha riferito che la causa del fallimento potrebbe essere il malfunzionamento di un sensore del motore che avrebbe fornito dati imprecisi alla sala di comando. Il raffreddamento anticipato del motore potrebbe evitare di cambiare il sensore, la cui sostituzione significherebbe riportare il razzo nell’hangar causando settimane di ritardo per la missione Artemis 1.

Roberta Fameli
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