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Sviluppo delle competenze umanistiche: suggerimenti e strategie per il professionista di nuova specie

Revisore contabile, Mediatrice, Coach e Counselor.
Esperta in Comunicazione e ascolto efficace.
Ideatrice dell’Industria dell’Esperienza: www.industriadellesperienza.it

L’ importanza delle competenze umanistiche è un elemento cruciale nel mondo professionale odierno, non solo da una prospettiva etica e relazionale, ma anche da un punto di vista giuridico.

Troviamo un eccellente esempio nell’istituto della mediazione e nella risoluzione della crisi di impresa.

Il legislatore stesso sta riconoscendo l’importanza di un approccio che unisca mente umana e tecnica, evidenziando l’importanza di guardare al futuro professionale con una prospettiva più ampia.

I professionisti “di nuova specie” non si distinguono solo per le loro abilità tecniche, ma anche per la loro capacità di interagire in modo umano ed empatico con colleghi, clienti e partner e questo è un fattore che distingue i professionisti di successo.

L’obiettivo di questo articolo è quello di fornire degli spunti per iniziare a sviluppare le competenze umanistiche essenziali che dovrebbero essere parte integrante del bagaglio di ogni professionista, sia da una prospettiva etica che legale.

Le abilità base includono la comunicazione empatica, il Focusing (ascolto efficace) e l’intelligenza emotiva.

La comunicazione empatica è la capacità di mettersi nei panni dell’altra persona per comprenderne profondamente emozioni, prospettive e bisogni. Va oltre le parole pronunciate, coinvolgendo una consapevolezza attenta delle espressioni facciali, del tono di voce e del linguaggio corporeo.

Significa ascoltare con empatia, senza giudicare o interrompere, per creare una connessione genuina. Un comunicatore empatico riconosce e risponde alle emozioni dell’interlocutore in modo sensibile.

Sviluppare la comunicazione empatica richiede, la rimozione di pregiudizi e la volontà di comprendere le prospettive degli altri, senza necessariamente condividere le stesse opinioni, ma con un atteggiamento aperto, calmo e orientato alla soluzione del problema.

Questa abilità non solo fidelizzerà i clienti, ma accelererà spesso la risoluzione dei problemi, risparmiando tempo e migliorando l’efficienza professionale complessiva.

L’ascolto efficace, noto anche come “focusing” secondo la pratica di Eugene Gendlin, è un metodo che si concentra sull’ascolto attento delle proprie sensazioni e sentimenti quando si entra in contatto con gli altri. Questo approccio permette di ottenere una comprensione più profonda delle esigenze, delle emozioni e delle prospettive dell’interlocutore.

Durante il focusing, il corpo diventa una sorta di antenna sempre a disposizione, poiché registra le reazioni viscerali alle parole e alle interazioni con gli altri. Questo permette di superare le limitazioni della comunicazione verbale e di cogliere sfumature emotive e intuizioni altrimenti sfuggenti.

L’ascolto efficace, basato sul focusing, è di fondamentale importanza perché consente non solo di comprendere meglio l’altro ma anche di rispondere in modo più efficace.

Questa pratica favorisce la comunicazione aperta, la risoluzione dei conflitti e la costruzione di relazioni autentiche e fiduciose. Inoltre, promuove la consapevolezza di sé stessi, migliorando la comprensione di come le proprie reazioni influenzino le interazioni con gli altri.

Di seguito un esercizio di focusing che aiuterà a sviluppare la capacità di ascolto delle proprie sensazioni e dei propri sentimenti. Una volta acquisita questa abilità, si potrà applicare con gli altri per una comunicazione più empatica ed efficace:

  1. Trovare un luogo tranquillo: trova un luogo silenzioso dove puoi sederti o sdraiarti comodamente senza essere disturbato.
  2. Chiudere gli occhi: chiudi gli occhi e prendi alcune respirazioni profonde per rilassarti.
  3. Porta l’attenzione al tuo corpo: inizia a concentrarti sulle sensazioni fisiche nel tuo corpo. Nota eventuali tensioni, sensazioni di calore o freddo, formicolii o qualsiasi altra sensazione fisica che puoi percepire.
  4. Chiediti: “Come mi sento ora?” poni questa domanda a te stesso e attendi una risposta interna. Non cercare di razionalizzare la risposta, semplicemente prendila come viene.
  5. Esplora la sensazione: una volta identificata una sensazione o un sentimento, focalizzati su di essa. Immagina di avere una conversazione silenziosa con quella sensazione, come se fosse una parte di te che sta cercando di comunicare qualcosa.
  6. Fai domande: rivolgiti alla sensazione o al sentimento con domande aperte, come “Cosa vuoi dirmi?”, “Di cosa hai bisogno?”, “Cosa ti fa sentire così?”.
  7. Ascolta attentamente: prenditi del tempo per ascoltare attentamente la risposta intuitiva che emerge. Potresti ricevere immagini, pensieri o sensazioni fisiche che forniscono ulteriori dettagli sul tuo stato emotivo.
  8. Accogli la tua risposta: accogli qualsiasi informazione emerga senza giudizio. Questo esercizio non mira a cambiare le tue emozioni ma a comprenderle meglio.

Per ultimo l’intelligenza emotiva e cioè la capacità di comprendere, gestire ed esprimere le proprie emozioni in modo sano e di riconoscere, interpretare e rispondere in modo empatico alle emozioni degli altri.

Nel contesto del lavoro di squadra, questa competenza è fondamentale perché consente ai membri del team di collaborare in modo più efficace e armonioso creando un ambiente di fiducia e cooperazione.

I professionisti con una buona intelligenza emotiva sono in grado di gestire le tensioni interne, comunicare in modo chiaro e costruttivo, e risolvere i conflitti in modo collaborativo.

Sanno anche come motivare sé stessi e gli altri, incoraggiando un alto livello di impegno e rendimento. La capacità di riconoscere le emozioni negli altri è particolarmente preziosa nella risoluzione dei conflitti.

L’intelligenza emotiva permette di affrontare le divergenze con empatia e comprensione, anziché con ostilità, facilitando la ricerca di soluzioni che soddisfano tutte le parti coinvolte.

Di seguito qualche semplice esercizio per svilupparla:

Autoconsapevolezza: per sviluppare questa competenza, osserva le tue emozioni nelle diverse situazioni di lavoro e/o personali. Rifletti sul perché ti senti in un certo modo.

Ad esempio, se provi frustrazione durante una riunione, cerca di capire se è dovuta a discrepanze tra aspettative e realtà. Identificare questi modelli ti aiuta a gestire meglio le emozioni.

Consapevolezza sociale: migliora la consapevolezza delle dinamiche interpersonali.

Ad esempio, durante le riunioni di squadra, osserva le reazioni dei colleghi alle idee degli altri. Comprendi le loro emozioni e preoccupazioni per creare un ambiente di lavoro armonioso e costruire relazioni più solide.

Apprendimento continuo: per sviluppare costantemente l’intelligenza emotiva, cerca regolarmente il feedback dei tuoi colleghi o superiori sulle tue abilità emotive e comunicative. Riconosci i successi e le sfide e apprendi da queste esperienze.

La pratica costante e l’adattamento basato sul feedback sono chiavi per migliorare continuamente l’intelligenza emotiva.

In conclusione, capire che l’apprendimento non ha mai fine è la chiave per rimanere competitivi e innovativi.

Il raggiungimento dell’eccellenza professionale non è un traguardo finale ma un percorso continuo.

Lavorare sulla propria crescita personale e professionale, sviluppando sempre nuove abilità e affinando quelle esistenti, non solo apre nuove opportunità ma consolida anche la propria posizione come professionista di nuova specie.

Il successo non è mai garantito, ma coloro che abbracciano il lifelong learning sono meglio preparati per affrontare le sfide del futuro e prosperare in un mondo in continua evoluzione.

Il futuro è già arrivato solo che non è stato distribuito in modo uniforme William Gibson

Patrizia Bonaca
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